L'orsetto e il cagnolino


Come molti sanno, il bellissimo orso bianco vive nelle regioni costiere dell’Artico, negli USA, in Canada, in Groenlandia, Norvegia e Siberia,  tutti posti molto ma molto freddi e va a caccia principalmente sulla banchisa in prossimità delle coste. 




Nella nostra storia, Mammaorsa sapeva già che a breve sarebbe nato il suo primo figlio, cominciò quindi a scavare la tana tra i cumuli di neve e ghiaccio, creando così una caverna dove avrebbero trovato riparo dal freddo polare.


Era molto emozionata il giorno in cui diede alla luce il suo primo
figlioletto, un bellissimo e paffutello orsetto che chiamò Biancorsino; come tutte le mamme era molto attenta e premurosa verso il piccolo, lo circondava di cure e per circa tre mesi lo allattò tenendolo al riparo dal freddo.



Con l'arrivo della primavera bisognava andare a caccia ma prima era necessario far conoscere a Biancorsino il mondo esterno. Uscirono lentamente dalla tana; prima la mamma, che odorò l’aria circostante per assicurarsi che non ci fossero pericoli o nemici e subito dopo, timidamente, l'orsetto mise fuori il suo n
asino.

Era una bella mattina di sole e Biancorsino uscì lentamente socchiudendo un po’ gli occhi, ma appena vide il sole e tutta quella enorme distesa bianca, cominciò a trotterellare felicemente e rotolarsi nella neve. 
Ma mamma orso doveva andare a caccia ed avrebbe dovuto lasciare per un po’ da solo il piccolo, quindi lo fece rientrare nella tana, lo allattò ancora una volta e lo salutò, raccomandandogli, fino al suo ritorno, di non uscire per nessun motivo.

Per un po’ Biancorsino dormì, poi si svegliò e stiracchiandosi si accorse che la mamma non era ancora tornata e malgrado le raccomandazioni, pensò di fare una passeggiatina. Uscì lentamente dalla tana e lo spettacolo era veramente splendido; il luccichio del sole faceva brillare il ghiaccio, sembrava una distesa di enormi diamanti splendenti. Poi, all’orizzonte, apparve una macchiolina più scura ed il piccolo curioso cominciò a correre per cercare di raggiungerla; quando fu abbastanza vicino si accorse che si trattava di un animaletto peloso; Biancorsino non lo sapeva ancora, ma era un
cucciolo di cane che probabilmente aveva perso la sua muta e si era smarrito.



All’inizio si guardarono da lontano e Biancorsino ricordò le parole della mamma: "Diffida sempre dell'essere umano!" ma in fondo quello era un altro animale peloso come lui, decise quindi di avvicinarsi lentamente, con un po' di timore, ma quando ebbe paura e si voltò per tornare indietro, tra tutti quei bagliori bianchi, non riconobbe più la sua tana. A quel punto non gli restava altro che accucciarsi e stare a guardare i movimenti di quell’animale per lui misterioso. 



Anche il cane dall’altra parte lo osservava senza muoversi perché l’orsetto, pur essendo un cucciolo, era più grande di lui e ne aveva un po’ paura. Dopo una breve pausa di riflessione, come tutti i cuccioli, decisero di fare amicizia e si avvicinarono l’uno all’altro. 

Biancorsino gli chiese chi fosse ed il cane rispose “Io sono un cane da slitta, ed ho perso la mia famiglia, tu puoi farmi compagnia finché non vengono a cercarmi?” Biancorsino entusiasta nell’aver trovato compagnia, fu ben lieto di accontentare l’amico ed iniziarono a giocare, rincorrersi e fare tutte quelle cose che fanno i cuccioli. Il tempo trascorse velocemente, così velocemente che Mammaorsa tornò alla tana e non trovò Biancorsino. 





Cominciò a cercarlo disperatamente chiamandolo a squarciagola, temendo che fosse finito nelle grinfie di qualche cacciatore di pellicce. Ma i due cuccioli erano così impegnati a giocare da non accorgersi che si stavano allontanando dalla tana di Mammaorsa e questo per loro rappresentava un grande pericolo.

Proprio mentre giocavano, improvvisamente, il ghiaccio si staccò dalla banchisa e Biancorsino cadde in acqua; il piccolo cane era veramente disperato, guaiva cercando di attirare l’attenzione di qualcuno che potesse aiutarlo a tirare fuori dall’acqua l’orsetto.
Fortunatamente i guaiti del piccolo cane attirarono l’attenzione di Mammaorsa, che velocemente li raggiunse e, tuffandosi in acqua, riuscì a salvare il figlioletto.  



Passata la grande paura e coccolato il piccolo orsetto spaventato, Mammaorsa guardò il cane, che in altre occasioni avrebbe sbranato con un unico morso, ma sapeva che se il suo cucciolo era ancora vivo, lo doveva ai suoi guaiti che avevano attirato la sua attenzione, quindi si voltò per andarsene ma Biancorsino le disse: “Mamma non possiamo lasciare qui il mio amico, morirebbe sicuramente, portiamolo con noi, ti prego!!!” La mamma commossa dal gesto eroico del cagnolino e dalle parole del figlio, decise di portarlo con se nella tana e nutrirlo finché qualcuno sarebbe venuto a cercarlo. 

Gli disse: “Dai vieni a casa con noi” ed appena udite quelle parole il cane si lanciò verso mamma orso, la leccò in segno di gratitudine e lei lo abbracciò come se fosse stato suo figlio.


Cominciarono ad incamminarsi verso la tana, quando da lontano udirono dei guaiti, mamma orsa temendo i cacciatori, cominciò a correre sempre più velocemente, spronando Cane e Biancorsino a fare altrettanto, ma il cane si fermò e disse: “fermi non scappate è la slitta del mio padrone, trainata dai cani della mia famiglia  e c’è anche la mia mamma!!!!” e corse verso la slitta.




Mamma orso si tenne a distanza, era abituata a temere la presenza dell’uomo, ma nessuno li attaccò, perché il piccolo cane stava raccontando a tutti del gesto d’amore che mamma orso aveva avuto verso di lui e della bella amicizia nata con Biancorsino. Il musher, ovvero colui che guida la slitta, salutò mamma orso con un grande sorriso ed il gesto della mano, mamma orso fece altrettanto ed ognuno tornò alla propria casa con il cuore più sereno e qualche amico in più.


Commenti

  1. Che bello se anche gli umani avessero la stessa sensibilità tra di loro e sopratutto verso gli animali.

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